L'uso dell'acqua come mezzo terapeutico risale ai tempi della Roma Imperiale, quando le sue caratteristiche fisico-chimiche, la sua temperatura e "l'effetto vortice" presente nei numerosi stabilimenti termali esistenti, venivano utilizzati per il trattamento di numerose patologie. La riabilitazione in acqua sfrutta i numerosi vantaggi offerti da un ambiente liquido dove la temperatura dell'acqua, sempre intorno ai 30°C, produce un effetto miorilassante ed una migliore irrorazione sanguigna, con benefici a carico del sistema cardiovascolare e della respirazione.
Per le patologie di origine neuromotoria l'idrokinesiterapia utilizza, tra gli altri, il fenomeno del galleggiamento, attraverso il quale il peso sulle articolazioni e sulla colonna vertebrale si riduce di circa il 90%, permettendo la pratica di esercizi che effettuati in condizioni normali risulterebbero molto faticosi o dolorosi. In conclusione, l'idrokinesiterapia risulta molto efficace e praticata da personale qualificato, permette di amplificare l'intervento riabilitativo e si propone come valida integrazione ai mezzi tradizionali di fisiokinesiterapia.